È obbligatoria anche per le strutture sanitarie e sociosanitarie private la nomina del Dpo, il responsabile della protezione dei dati previsto dal Gdpr. Lo ha chiarito il Garante della privacy in un provvedimento nel quale fornisce chiarimenti sulla applicazione della disciplina per il trattamento dei dati relativi alla salute in ambito sanitario. Se n’è parlato durante un seminario organizzato dal Centro studi Artemide.
Il Dpo, o responsabile della protezione dei dati, è una figura essenziale per garantire la corretta gestione dei dati personali all’interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie private. Il Garante della privacy ha stabilito che questa nomina è obbligatoria, in conformità con le disposizioni del Gdpr, il Regolamento generale sulla protezione dei dati. Il provvedimento del Garante offre chiarimenti sul trattamento dei dati relativi alla salute nell’ambito sanitario, fornendo linee guida importanti per assicurare il rispetto della privacy dei pazienti. Durante il seminario organizzato dal Centro studi Artemide, si è discusso dell’importanza di implementare le misure necessarie per proteggere i dati sensibili e garantire la conformità alle normative vigenti.
“Il Garante – ha spiegato Tommaso Scannicchio, dpo del Consiglio notarile di Bari – ha voluto dare un segnale di rinforzo a beneficio dei ritardatari o duri di orecchie dopo aver rilevato uno stato di leggera arretratezza delle strutture private rispetto alle strutture pubbliche, per le quali l’obbligo era chiaro e netto da tempo”.
“Nessun soggetto che tratta dati relativi alla salute delle persone può sfuggire all’obbligo di nominare il responsabile della protezione dati – ha aggiunto Andrea Scarpellini Camilli, dpo della Asl Bat – Ritengo che sia una forma di protezione vera che costringe il singolo operatore a mutare il proprio atteggiamento mentale nei confronti della delicatezza del dato che va a trattare”.
“Nel primo semestre del 2019 – ha concluso Nicola Lombardi, consulente del Consorzio Artemide e dpo dell’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione – il Garante per la privacy italiano si è attestato al primo posto in Europa per numero di sanzioni irrogate: per questo mi sento di mettere in guardia tutte quelle aziende che fino a ora non hanno ritenuto di adeguarsi segnalando loro che ormai il tempo è scaduto”.
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